mercoledì 16 gennaio 2013

BEST REISSUE // Oneohtrix Point Never - Rifts


By SIGU

"Il pubblico ha un'insaziabile curiosità di conoscere tutto, tranne ciò che vale la pena conoscere". Oscar Wilde, l'anima dell'uomo sotto il socialismo, 1891
È stata scomodata questa citazione che potrebbe essere calzante nei riguardi di questo album-fenomeno che si è guadagnato il titolo di best reissue ed un 8,7 su Pitchfork, onori sul The Guardian,  The Wire, etc etc.
Dietro Oneohtrix Point Never si "nasconde" Daniel Lupatin, compositore statunitense di musica elettronica sperimentale con l'orecchio rivolto al passato, seguace del filone cosmic e new age ed amante dei sintetizzatori polifonici. "Rifts" (2012) è una maratona fondata sull'amalgama di synth-programming, noise, drone, minimalismo, computer music da percorrere con "Betrayed in the Octagon", "Zones without People", "Russian Mind", che rispetto alla versione del 2009 presenta l'ordine delle canzoni cambiato e l'inclusione di alcune rarità, ma restano immutate le gelide sinfonie captate da un'altra dimensione ed il nostalgico vintage prodotto dai suoi sintetizzatori.
L'inizio con le sospensioni di Woe Is the Transgression I  lascia già presagire il valore del prodotto; cito Betrayed in the Octagon con base fluttuante e melodia spiccante, Laser to Laser malinconica e pulsante, il minimalismo di Computer Vision, Format & Journey North vagamente new age con rumori della natura in sottofondo ma finale dominato dal sintetizzatore, Learning to Control Myself contrassegnata da un'esplosione vulcanica di suoni, Disconnecting Entirely e la sua capacità di sintesi, Emil Cioran di un'altra galassia, Hyperdawn ci avvolge con le sue atmosfere e le sue supernove, l'ipnotica Sand Partina, la cavalcata elettronica di Physical Memory, la cupa Grief And Repetition che sembra provenire da un angolo oscuro del pianeta, e Russian mind, la più entusiasmante della trilogia col suo attacco ipnotico finale.
"Timbral fascism sucks", così tuonò Daniel Lopatin in un'intervista del 2009 al The Wire, come riporta Pitchfork. Il suo punto è che è sbagliato rifiutare suoni specifici, il progetto OPN prevede una battaglia contro certi rigidismi, ed il fine è quello di liberare i suoni dei sintetizzatori dai loro ornamenti tradizionali, iniettandoli in ambienti meno abituali. Con questa nuova ristampa 5xLP / 3xCD, i nuovi brani e le tre ore di suoni questo contenitore amplia le possibilità di immersione. È un capolavoro per gli amanti del genere, gli altri prego astenersi. 
 
 
 
 
 
 
 
 
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