giovedì 31 gennaio 2013

IN DIE HISTORY // Hammock


By SIGU

Qui Pianeta Hammock, a voi Terra.
Stiamo parlando di una band Post-Rock ed Ambient composta da Marc Byrd e Andrew Thompson, originari di Nashville (Tennessee) con già alle spalle un bagaglio musicale che consta di 5 album e 5 EP carichi di brani in grado di ricreare un'atmosfera molto suggestiva ed uno stimolante sviluppo emozionale le cui aride sospensioni, chitarre drone,  influenze shoegaze evocano momenti di interminabile attesa.
"Kenotic" del 2005 è praticamente tutto strumentale le cui voci  timidamente compaiono in Blankets of Night con cori shoegaze e chitarre, ed in You may emerge from this more dead than alive con queste appena sussurrate; in Wish appaiono i bassi rafforzando l'atmosfera, e Glacial dimostra di esserlo di nome e di fatto.
"Raising your voice" del 2006 offre numerose perle: I Can almost see you (su youtube il video più cliccato) che inaugura il viaggio, Raising Your Voice…Trying To Stop An Echo con il primo cantato, l'incantevole Losing you to you, The House Where We Grew Up che toccherebbe l'apice se non ci fosse Floating Away In Every Direction, Disappear Like The Morning con gli archi pronti a ritmare il finale.
In "Maybe They Will Sing for Us Tomorrow" si inizia ad apprezzare il matrimonio artistico con David Altobelli, filmmaker americano, con i suoi video in cui non succede mai nulla di rilevante ma che hanno comunque la capacità di toccare le sensibilità più profonde, come si dimostra in Mono No aware, ma mi è impossibile non citare una City in the Dust on My Window da stretta al cuore.
"Chasing after Shadows...Living with the Ghost", del 2010 conferma la loro validità artistica ed il mood malinconico con Tristia che ti fa sognare ad occhi aperti mentre tutto ti gira intorno, Breathurn con video di Altobelli, Andalusia ed il finale in crescendo, The nothing of a night che ti culla dolcemente.
"Departure song", opera dell'anno appena trascorso di quasi due ore, si presenta con molta più batteria rispetto ai precedenti che per certi versi conferisce maggior brio, per altri intacca la magia delle melodie sospese. Vi troviamo vere e proprie canzoni e più cantato in falsetto da Byrd e dalla moglie Christine Glass con Cold Front che asseconda l'inquietudine del video, Ten Thousand  Years Won't Save Your Life e l'armonia che sposa ed addolcisce i suoni, (Tonight) We Burn Like Stars That Never Die che se non fosse per il minutaggio sarebbe perfettamente radiofonica, Tape Recorder sancisce il legame con One Another col suo scoprire e ricoprire un caldo fascio di luce, All Is Dream and Everything Is Real sembra fissare un appuntamento col paradiso, mentre la chiusura spetta al mesto ed angelico finale di Tornado Warning.
E con questo passo e chiudo.
 
 
 
 
 

 
 

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